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La Storia

l brigantaggio, sin dalla sua genesi, aveva come causa di fondo la miseria. Oltre ad una mera forma di banditismo (soprattutto nel Medioevo), il fenomeno ha spesso assunto i connotati di una vera e propria rivolta popolare. In età moderna, furono coinvolti vari strati sociali, con connessioni e complicità tra signori e banditi, investendo indifferentemente zone urbane e rurali. Il brigantaggio iniziò così a presentare una forza tale da vincere quella dello stesso Stato, incapace ancora di mediare tra i diversi ceti. Francesco Saverio Sipari, che fu tra i primi a considerare anche l'origine sociale del fenomeno, nel 1863 scrisse: «il brigantaggio non è che miseria, è miseria estrema, disperata» e, anticipando anche analoghe osservazioni di Giustino Fortunato, riteneva che il brigantaggio potesse esaurirsi con la "rottura" dell'isolamento delle regioni meridionali, che era dato dall'assenza di una rete infrastrutturale adeguata, di strade e di ferrovie, e con l'affrancamento dai canoni del Tavoliere. Francesco Saverio Nitti considerava il brigantaggio (in particolare nel Meridione) un fenomeno complesso, che poteva assumere i connotati di banditismo comune, di reazione alla fame e alle ingiustizie o di rivolta di natura politica. Egli riteneva che il brigante in gran parte dei casi si rivelava un paladino del popolo, un simbolo di una rivoluzione proletaria: « Per le plebi meridionali il brigante fu assai spesso il vendicatore e il benefattore: qualche volta fu la giustizia stessa. Le rivolte dei briganti, coscienti o incoscienti, nel maggior numero dei casi ebbero il carattere di vere e selvagge rivolte proletarie. Ciò spiega quello che ad altri e a me e accaduto tante volte di constatare; il popolo delle campagne meridionali non conosce assai spesso nemmeno i nomi dei fondatori dell'unità italiana, ma ricorda con ammirazione i nomi dell'abate Cesare e di Angelo Duca e dei loro più recenti imitatori. » Giustino Fortunato lo considerò «un movimento spontaneo, storicamente rinnovantesi ad ogni agitazione, ad ogni cambiamento politico, perché sostanzialmente di indole primitiva e selvaggia, frutto del secolare abbrutimento di miseria e di ignoranza delle nostre plebi rurali». Accanto alla miseria, alcuni identificano il brigantaggio come un fenomeno di resistenza, soprattutto in epoca risorgimentale. Il deputato liberale Giuseppe Ferrari disse:«I reazionari delle Due Sicilie si battono sotto un vessillo nazionale, voi potete chiamarli briganti, ma i padri e gli Avoli di questi hanno per ben due volte ristabiliti i Borboni sul trono di Napoli.»[6]. Tuttavia il fenomeno era ben presente anche in altri stati preunitari all'alba dell'unità d'Italia, tra cui lo Stato Pontificio in cui ancor oggi si ricorda la figura del Passator Cortese, il Lombardo-Veneto con Carcini, il Regno di Sardegna con Giuseppe Mayno e Giovanni Tolu

Il Ristorante

Il Ristorante L’architettura delle sale crea un’atmosfera accogliente e familiare grazie alle caratteristiche soffitte in legno, al camino, a toni rustici e alla cura nei dettagli, dove ognuno può sentirsi a proprio agio. L’immenso camino da vita ad una cornice ideale sia per una serata romantica che per condividere un momento in famiglia o tra amici. Nella stagione estiva proponiamo il ns servizio anche in giardino. Gli spazi costituiscono il preludio ad un indimenticabile esperienza gastronomica.

La Cucina Tipica Abruzzese

Tra miti e leggende sui briganti si riscopre odori e sapori di una volta. La storia rivive attraverso la tavola, i piatti sono cucinati mantenendo inalterate antiche ricette tramandate da generazioni ma che conservano sempre la stessa bontà. Dove la tradizione incontra i nuovi sapori, come una riscoperta in chiave moderna della cucina del passato con varietà di piatti cucinati con arte e passione. Una ricca selezione di salumi e formaggi abruzzesi e una vasta scelta di antipasti caldi costituiscono l’inizio di un percorso gastronomico che riserva sorprese e meraviglie. La qualità dei primi piatti può essere gustata nelle paste fatte in casa, come il tradizionale rintrocelo alle 4 carni, i ravioli con ricotta di pecora e tartufo, le pappardelle con ragù di cinghiale, gli originali trescatori del brigante, insieme a tante altre scelte, sempre strettamente legate alla stagionalità dei prodotti. Le carni del territorio conquistano la scena dei secondi piatti: tra le tante portate meritano sicuramente una particolare attenzione l’agnello IGP alla brace, il coniglio ripieno, nonché le diverse tipologie di cacciagione.

La nostra Pizza

una “pizza d’autore”, creativa nell’abbinamento dei sapori arricchita con prodotti freschi di primissima scelta e cotta rigorosamente in forno a legna. Una parte delle pizze ha accostamenti tradizione mentre l’altra si spinge verso abbinamenti dai sapori più originali, in entrambi i casi vengono sempre utilizzate materie prime che rappresentano le eccellenze del nostro territorio.

Vini & Oli

Il fascino degli spazi avvolgono in un clima suggestivo un’ampia selezione di vini regionali. Trebbiano, Cerasuolo e sua Maestà il Montepulciano, tre vini rappresentativi dell’esperienza enologica di un territorio nel solco della tradizione. E come per il vino la nostra scelta per l’olio extra vergine di oliva è il rispetto assoluto della natura e della materia. Il fruttato medio e il piacevole piccante della Dritta, la forza gustativa di Carboncella e Frantoio, il sapore delicato della Gentile e quello più leggero del Leccino.

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